L'atterraggio a gambe incrociate
Ovvero, più storte di cosí... Di Jon Cadd (Tradotto e adattato da L. Pavese) Il telefono squillò, e all’altro capo c’era il mio amico Simon Rodger che mi chiamava dal Sudafrica. Aveva avuto qualche guaio con il suo Cessna 185 e, siccome io mi ero specializzato a lavorare su di essi, e avevo insegnato a Simon a pilotare il suo, lui aveva pensato che forse io avrei potuto aiutarlo. Aveva acquistato quel particolare 185 dalla Mission Aviation Fellowship , grazie a uno dei nostri programmi di rinnovamento della flotta. L’aereo era appena uscito da un’officina commerciale, dopo un cambio di registrazione e la sostituzione degli elementi strutturali incrinati del carrello d’atterraggio. Sarebbe stato uno dei primi voli dell’aereo, dopo le riparazioni. C’era una vibrazione nel ruotino di coda, ma l’aereo, secondo Simon, era molto più difficile da pilotare di quanto si ricordasse, e aveva pensato che forse sarebbe stato meglio se avessimo volato un po’ insieme di nuovo, per un ripasso.