Come t'ammazzo otto cilindri con un CAFE.



Ovvero,  quando uno stato moraleggiante distrugge una tecnologia collaudata ed economica.



In morte del motore V-8.

di Eric Peters (traduzione di Leonardo Pavese).

I motori V-8 (cioè con otto cilindri disposti a V) stanno per sparire, di nuovo.
La prima estinzione di massa era occorsa all’incirca fra la fine degli anni 1970 e gli inizi degli anni 1980, come conseguenza della prima bordata di diktat governativi conosciuta col nome di CAFE (Corporate Average Fuel Economy: le norme sul consumo medio per le auto di produzione industriale).
Il CAFE imponeva che le auto (ma non le camionette) fossero capaci di almeno 22,5 mpg (miglia per gallone americano. Circa Km 9, 52 con un litro), altrimenti i costruttori che avessero continuato a produrre certe auto dissipatrici sarebbero stati colpiti da sanzioni anti-ingordigia, che poi a loro volta avrebbero scaricato sul consumatore.
Tutto ciò rese anti-economica (almeno per l’epoca)  l’automobile familiare  a trazione posteriore di grandi dimensioni, e con motore V-8, la quale fino a allora era stata la più comune.

Per cui, la maggior parte sparì.


De Tomaso Mangusta. (Montava un V-8 americano)

Il motore V-8 però ( e con esso le grandi vetture prodotte per il mercato di massa) ritornarono in auge negli anni 1990 (e lo sono ancora ai giorni nostri), quando la tecnologia (specialmente i sistemi d’iniezione e gli overdrive, cioè i cambi sovra-moltiplicati) rese possibile il raggiungimento della soglia delle 22,5 miglia al gallone americano. Perfino una macchina dalla potenza favolosa, e quasi  incontenibile, come la Cadillac CTS-V del 2012, la quale monta un motore V-8 da  6,2 litri  e 556 hp (415 kW), riesce a fare 19 miglia al gallone in autostrada.  

Ma non esiste nessuna tecnologia al giorno d’oggi, o all’orizzonte, che riuscirebbe a portare la CTS-V, o una qualunque altra auto con un V-8 sotto il cofano, neanche nelle vicinanze del minimo obbligatorio di 35,5 miglia al gallone americano dettate dal nuovo CAFE, che entrerà in vigore nel 2016. Ciò significa, con ogni probabilità, che le auto con un motore a otto cilindri stanno per sparire di nuovo, e questa volta forse per sempre.
La Jaguar XF del 2013, la quale sin dalla sua introduzione nel 2009 non ha mai avuto in dotazione niente di più piccolo  di un V-8 da cinque litri, verrà venduta, nella versione base, con un quattro cilindri di cc 2000.  Il motore opzionale sarà un sei cilindri di circa tre litri. La Lexus ha rinunciato a offrire la scelta del V-8 nella serie GS delle sue berline sportive del 2013, la quale ora monta solo  un V-6 (ibrido, combustione-elettrico, per giunta); e  Audi ha mandato in pensione gli otto cilindri della sua A8 4200 cc, sostituendoli con un V-6.

La Mercedes sta per introdurre una nuova versione ibrida della sua classe E per il 2013. Il modello della E con il V-8 rimarrà in offerta, ma al prezzo base di quasi $ 60000 (€ 45500 circa) non sarà certo una vettura per le masse. Insomma i V-8 stanno diventando motori per ricchi, e di questo parleremo fra un attimo.







Perfino i sei cilindri sono in pericolo d’estinzione. La BMW ha messo da parte il suo motore a sei cilindri in linea, che prima costituiva lo standard nella serie 3 e nella serie 5, a  favore di un nuovo quattro cilindri bi-turbo.
La tendenza è ovvia, e il fatto che si noti il suo manifestarsi gradualmente nel segmento del lusso e delle auto sportive la dice lunga sul futuro di vetture  più economiche, ma con motori di grandi dimensioni, come la Chrysler 300 e, con ogni probabilità, anche i  tanto attesi ma probabilmente poco longevi modelli tipo la berlina Chevrolet SS del 2014.




Se la Jaguar, la BMW e la Lexus non si possono più permettere di produrre automobili con il V-8 (perlomeno in gran numero) allora è quasi sicuro che neanche la GM, la Ford e la Chrysler ci riusciranno.
E ciò comprende anche i camion.
Infatti il nuovo standard del CAFE (consumo medio: un gallone per 35,5 miglia) questa volta non si riferisce solo alle vetture passeggeri, come nel caso del limite originario delle 22,5 miglia. Tutti i veicoli, ad eccezione di quelli commerciali, ora saranno inglobati nella medesima categoria. La scappatoia della “camionetta leggera” non esiste più; che poi non era altro che il  “rotto della cuffia” che aveva consentito alle aziende automobilistiche, negli anni ‘90, di aggirare le difese del CAFE, installando grossi motori in veicoli di grandi dimensioni i quali potevano essere categorizzati come camionette leggere, e che poi avevano ribattezzato SUV.

Perciò, anche la Ford sta aumentando le distanze, alla chetichella (ma senza alcun dubbio), fra i V-8 e le sue camionette più grosse, come per esempio la serie F dei pick-up. Al momento, ne è rimasta solo una sul mercato; ma per quanto riguarda il resto delle  motorizzazioni disponibili, e cioè il catalogo per la clientela di massa, si tratta esclusivamente di motori a sei cilindri a V. Ford li ha denominati con un nome che la dice lunga: Ecoboost. Si tratta di propulsori relativamente piccoli, con uno o due turbo-compressori, per fornire potenza quando ci vuole, ma con una migliore efficienza dei consumi in tutte le altre situazioni.


Carol Marine


I turbo-compressori, e anche i sovralimentatori, sono considerati a questo punto l’unico modo tecnicamente fattibile di eguagliare la potenza e le prestazioni di un V-8 (o almeno avvicinarvisi), adeguandosi allo stesso tempo alle norme del CAFE.
Be’, tutto il male viene per nuocere?
Dipende dal vostro punto di vista.

Dal punto di vista delle aziende automobilistiche, no. Perché così facendo si scrollano di dosso lo stato, almeno per il momento e, anzi,  incrementano il loro margine di profitto trasferendo i costi più alti sui consumatori, comprese le spese di manutenzione di auto con una meccanica più complessa.  
Dal nostro punto di vista, in quanto consumatori, non è proprio un grande affare: pagheremo di più all’acquisto; e anche se il costo sarà in certa misura alleviato dai consumi più bassi, il risparmio potrebbe essere annullato (e probabilmente lo sarà) più tardi, dai costi di manutenzione e di riparazione. Motori più piccoli, e più sollecitati, tendono a durare meno di motori grandi che se la prendono comoda. È poco probabile che un motore turbo, che viene ingozzato a forza, giri senza problemi per 250000 chilometri. Forse questa nuova generazione di motori sovralimentati è di fibra più tosta, e durerà di più; o almeno tanto quanto un bel V-8 altrettanto potente ma meno stressato. Vedremo. Ma se non durano, state attenti.
Sostituire un turbo-compressore su un’auto delle nuove di solito costa circa $ 2000. Molte di queste nuove vetture progettate secondo il CAFE ne hanno due, di compressori.      

E quella è una cosa da considerare. Ma c’è dell’altro: il miglioramento dei consumi, per ogni veicolo preso individualmente,  spesso non è poi granché. Per esempio, il camioncino F della Ford, che è ancora disponibile oggi con un V-8 da 5 litri di cilindrata, fa 15 miglia con un gallone in città, e 21 in autostrada. Non proprio ottimo. Ma l’Ecoboost V-6 da cc 3500 (che fornisce più o meno la stessa potenza del V-8) consuma solo un pochino di meno: 16 miglia in città e 22 miglia in autostrada.



Si potrebbe anche pensare che 1 o 2 miglia in più siano irrilevanti, ma per quanto riguarda il CAFE sono molto importanti. La Ford vende qualcosa come mezzo milione di camioncini serie F all’anno. Se ciascuna di queste camionette costa alla Ford ( e quindi al consumatore) anche solo $ 300 di tassa anti-ingordigia per veicolo, moltiplicati per mezzo milione diventano una bella sommetta molto rapidamente.





Quindi, ecco quello che dobbiamo aspettarci.

I motori a otto cilindri diventeranno delle rarità. Nel senso di rari come qualcosa di esotico. Durante lo scorso round il CAFE aveva reso la vita difficile, a una persona che lavora, potersi permettere un’auto con un motore V-8; ma per chiunque fosse situato confortevolmente nel ceto medio la cosa era ancora fattibile. Le Crown Victoria e le Lincoln Town Car erano sopravvissute.
Per il ceto medio alto non c’era problema: $50000 e il gioco era fatto; il che era realistico, per una coppia di professionisti.
Questa volta però i V-8 diventeranno i giocattoli esclusivi dei ricchi, cioè coloro che si possono permettere di spendere $ 70000, e più, per auto costruite in piccole serie e perciò irrilevanti per quanto riguarda la normativa CAFE.




Naturalmente Barack Obama, e il prossimo Caro Leader, continueranno a scorazzare nelle loro automobilone dotate di grossi motori a otto cilindri, che fanno molto meno di 35 miglia con un gallone...tanto il conto lo paga il contribuente.
Che poi è esattamente quello che desiderano.





Anche ai comunisti piacevano i V-8 americani. (Breznev e Zivkov a Sofia).




Eric Peters scrive di automobili, statalismo e libertà su ericpetersauto.com. Forse vi potrebbero interessare altre due traduzioni di articoli di Peters, sempre a riguardo dell'interferenza governativa con lo sviluppo della tecnologia e il mercato dell'automobile: uno sulle auto elettriche, l'altro sulle airbag.
I vostri commento saranno molto graditi.

Leonardo Pavese

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