Tutte le facce, meno la sua.

Stepan Bandera

L’Operazione ANYFACE: quando l’Esercito statunitense sottrasse un nazionalista ucraino ai servizi sovietici.

Di Thomas Boghardt (traduzione di L. Pavese)


Protetto dal rifiuto dell'Esercito degli Stati Uniti di soddisfare una richiesta di estradizione sovietica, Stepan Bandera tramò nell’ombra per l’indipendenza ucraina per quasi quindici anni, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.


Alla fine della guerra, la Germania e la sua capitale, Berlino, caddero sotto l’occupazione congiunta degli Alleati. La cosiddetta Guerra Fredda non era ancora giunta a temperatura, ma cominciavano a manifestarsi crepe nell’alleanza del periodo bellico. Mentre il governatorato statunitense della Germania cercava di cooperare con i sovietici, i servizi d’informazione dello U.S. Army (l’Esercito degli Stati Uniti) diffidavano invece del dittatore sovietico Stalin, e cercavano di tenere alta la guardia sulle sue reali intenzioni nei riguardi dell’Europa Centrale e dell’Occidente.

E, riguardo alla questione se consegnare o meno il leader nazionalista ucraino agli orientali, i servizi dell’Esercito americano sfidarono apertamente gli ex-alleati.

Lo 8 giugno 1946, l’Agente Speciale Robert R. Reeder, Jr, e l’Agente Speciale Stephen C. Rostan dello U.S. Army C.I.C. (Counter Intelligence Corps. Corpo di Controspionaggio dell’Esercito degli Stati Uniti) si incontrarono con due agenti dei servizi d’informazione sovietici nella Alexanderplatz di Berlino. Il C.I.C. aveva chiesto l’incontro per sollecitare l’assistenza sovietica nell’arresto di tale Fred Kaltenbach, un americano ricercato per alto tradimento. Kaltenbach, statunitense di origine tedesca, era stato un propagandista filo-nazista durante la guerra, e girava voce che si nascondesse nella zona controllata dai sovietici. Dopo aver consegnato agli americani un elenco di “traditori russi”, presumibilmente residenti nella zona sotto amministrazione americana, i sovietici suggerirono uno scambio. 
Indicando il nome in cima alla lista, un sovietico disse con particolare enfasi: “Quest’uomo è per noi quello che Kaltenbach è per voi!” (Gli americani ignoravano che Kaltenbach fosse già morto in un campo di prigionia sovetico).

Con “quest’uomo” il sovietico intendeva dire Stepan Bandera, il leader nazionalista ucraino anti-sovietico. Bandera aveva collaborato inizialmente con i tedeschi, durante l’occupazione dell’Ucraina. Ma quando, nel 1941, aveva apertamente propugnato l'indipendenza ucraina contro il volere della Germania, i tedeschi lo avevano arrestato.

Rilasciato nel 1944, Stepan Bandera si era trasferito da Berlino a Monaco di Baviera, che era finita nella zona occupata dalle forze statunitensi. I sovietici fecero notare ai loro corrispondenti americani che “sarebbe stato facile reperire Bandera”, perché egli “viveva totalmente nella legalità, e tutti gli ucraini lo conoscevano”.

Gli americani consegnarono un buon numero di sospetti criminali di guerra ai sovietici, ma, quando si trattò di Bandera, il C.I.C. si rifiutò. Nonostante i sovietici presentassero richiesta dopo richiesta per l’estradizione di Bandera, il Corpo di Controspionaggio dell’Esercito americano finse d’ignorare dove egli si trovasse. Il C.I.C. diede a questa operazione segreta il nome in codice di Operazione Anyface, dal nome di un inafferrabile personaggio del fumetto Dick Tracy, il quale era in grado di cambiare aspetto a volontà. (In realtà, nei fumetti di Dick Tracy, non ci fu mai un personaggio chiamato Anyface. Forse si riferivano a The Blank, il criminale senza-volto).


 

L’Operazione Anyface ebbe successo, e Stepan Bandera continuò a tramare per la liberazione dell’Ucraina, alla faccia di Mosca. Ma le sue idee e i violenti scontri con i gruppi ucraini rivali lo alienarono dai suoi sostenitori americani. Verso la fine degli anni 1950, gli erano rimaste solo alcune guardie del corpo personali: troppo poche per sfuggire alla lunga mano di Mosca. Nel 1959 crollò davanti al suo appartamento di Monaco, e morì poco dopo per avvelenamento da cianuro. Due anni dopo, un agente del KGB disertò e si rifugiò presso gli americani a Berlino Ovest, e confessò l’assassinio di Stepan Bandera.

Celebrato come patriota da alcuni e marchiato come nazista da altri, Stepan Bandera continua a provocare sentimenti contrastanti. A prescindere da ciò, la sua capacità di continuare ad adoperarsi per l’indipendenza ucraina per quasi quindici anni dopo la fine della guerra, fu dovuta alla decisione del servizio informazioni dell’Esercito Statunitense di non consentire la sua estradizione nell’Unione Sovietica. Perciò, il suo lascito e ciò che sopravvisse del nazionalismo ucraino sono inseparabilmente legati all’Esercito degli Stati Uniti.




Il dottor Thomas Boghardt è uno storico presso lo U.S. Army Center of Military History (Centro di Storia Militare dell’Esercito degli Stati Uniti d’America) ed è l’autore di “Covert Legions: U.S. Army Intelligence in Germany, 1944-1949”, (Legioni Segrete: I servizi d’informazione dell’Esercito Statunitense in Germania, 1944-1949): la storia ufficiale delle operazioni dei servizi dell’Esercito americano nella Germania del dopoguerra.

Questo breve articolo era apparso sul blog Hindsight Up Front ︳Ukraine, ospitato dal sito del Wilson Center.

Ogni vostro commento sarà, come sempre, molto apprezzato.

Grazie, 

Leonardo Pavese 

 

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