Il Potere Aereo





Fred Reed è un giornalista e scrittore americano. Veterano decorato del Viet Nam, reporter di guerra, giornalista esperto di questioni militari e poi cronista del Washington Times. Vive in Messico. I suoi pezzi si possono leggere (in inglese) su: http://www.fredoneverything.net


Il seguente è un articolo sull'impiego dell'aviazione nella guerra al terrorismo, ma più in generale sul fascino che gli aerei militari esercitano sulla gente. Il sottotitolo originale dell'articolo era: "Zooming and Booming for the Sheer Hell of It" che purtroppo nella traduzione perde molto; ma è ovvio che un aereo da caccia che zooma e booma abbia una certa attrattiva che finisce per attrarre anche una bella fetta del bilancio della difesa.
Come dice Reed, naturalmente un aereo da caccia ha ancora un suo ruolo importante nell'arsenale di un'aeronautica militare: bisogna mantenere il controllo del cielo sopra il campo di battaglia, fornire copertura aerea alle flotte navali e impedire i movimenti del nemico. Quindi il mantenimento della superiorità aerea è di importanza vitale e anche i "droni", i velivoli senza pilota, possono operare solo in condizioni di dominio dello spazio aereo. Però, in una guerra come questa, (perché siamo in guerra), in cui è necessario identificare il bersaglio (che in molti casi è un singolo individuo) fra la popolazione di un villaggio o addirittura di un quartiere cittadino, un aereo ad alte prestazioni è completamente inutile. Reed ce lo fa notare col suo linguaggio come al solito irriverente, ma divertente.
La mia vignetta è un po' cruda perché sono un po' (molto) arrugginito. Però ero ansioso di pubblicare la traduzione e cercherò di migliorare un po' il disegno in seguito. Questa è la url dell'articolo originale:
http://www.fredoneverything.net/Air%20Power.shtml
Grazie. Buona lettura.
L. Pavese



 
Il Potere Aereo

Sfrecciando e rombando per puro spasso.

di Fred Reed  (traduzione e rielaborazione di Leonardo Pavese)


Benissimo, oggi vi dirò tutto quello che vi occorre sapere sul Potere Aereo (maiuscolo). Non avrete più bisogno di leggere nient'altro. Queste rivelazioni vi doneranno una brillante capacità di interpretazione dei conflitti attuali. Ecco. Tenetevi forte. La chiave di tutto:
Il Potere Aereo funziona benissimo nelle situazioni per cui è veramente adatto, ma schifosamente nei lavori per cui non è adatto. (Se schifosamente non era una parola, adesso lo è.)
L'affermazione precedente è geniale, e rivoluzionerebbe la dottrina militare se le aeronautiche militari la comprendessero; cosa che non fanno. Come succede di solito fra gli esseri umani, ultime versioni della scimmia, le motivazioni degli aviatori sono emotive e instintuali. La ragione è solo una mano di vernice applicata successivamente. Di responsabilità non se ne parla neanche.
Ora, fa molto chic fra i “riformatori delle dottrine militari” e gli altri Von Clausewitz da bar da aperitivi, affermare che le forze aeree siano impotenti, inutili e non combinino niente. Non è vero. Nel suo genere di conflitto il Potere Aereo funziona splendidamente. Molto spesso si tratta dell'unica arma adatta. Chiunque creda che gli aerei siano inutili gingilli dovrebbe far due chiacchiere, per esempio, con i sopravvissuti giapponesi di Midway, del Mar dei Coralli, o della disperata crociera della Yamato. (O della nave da battaglia italiana Roma, la prima nave da guerra affondata da un missile lanciato da un aereo). 


La fine della Roma
Vedete, gli aeroplani vanno benissimo per far saltar in aria obbiettivi ovvi, dispendiosi e chiaramente identificabili, compresi altri aerei. Una portaerei nel mezzo dell’Oceano Pacifico rende bene l'idea. Non si possono nascondere le portaerei molto bene. Non assomigliano a nient’altro. Nemmeno un pilota dei Marines le confonderebbe con un uliveto, la cattedrale di Chartres o il Deserto del Gobi. Dato un numero sufficiente di passaggi, un aereo può colpire una portaerei: il che riduce il numero dei nemici invece di aumentarlo.
Ma il Potere Aereo non è adatto a combattere guerriglieri e rivoltosi, soprattutto in zone popolose. Perché? Per molte ragioni. Primo, i piloti non hanno la più pallida idea di quello che stanno bombardando. A quattrocento chilometri all'ora sorvolano paesi in cui si assomigliano tutti. Perciò tirano a indovinare; o bombardano quelli che gli sbarbatelli dei servizi d’informazione gli dicono trattarsi di terroristi. (Sono quasi riuscito a scrivere una frase compiuta).
Ora, l'espressione «Servizi d'Informazione» suona meglio di «confusionari burocratizzati che operano nell’ombra», che sarebbe più precisa. I servizi si sono avviluppati in un'atmosfera di infallibilità inesorabile e di solito letale. (Mi chiamo Bond...Fred Bond). Ma si tratta solo di buone pubbliche relazioni. E poco più.
Si tratta delle stesse agenzie che, se ricordate, ignoravano dove fosse la flotta giapponese nel 1941, nonostante le avvisaglie di guerra; che furono colte di sorpresa dall'attacco nord-coreano del 1950, e poi dall'intervento cinese nello stesso conflitto, (la Guerra di Corea 1950-1953); che non hanno saputo prevedere il comportamento dei vietnamiti, in quella famosa guerra, nonostante gli scritti di Bernard Fall e l'esperienza documentata dei francesi.
Quando le forze armate compirono un'incursione ben eseguita, a Hanoi, per liberare i prigionieri americani di Son Tay, i servizi non avevano notato che questi erano stati trasferiti. Rimasero sorpresi quando venne eretto il Muro di Berlino, e quando cadde; e non seppero prevedere il crollo dell'Unione Sovietica, (quando la ragione della loro esistenza era conoscere l'U.R.S.S.).



Per quanto riguarda l'11 settembre, hanno fatto cilecca e, precedentemente, quando l'Aeronautica bombardò l'ambasciata cinese a Belgrado, la ragione fu che le spie non sapevano dove l'ambasciata si trovasse, quel giorno. (Naturale, le ambasciate sono difficili da localizzare. Si muovono su ruote, di notte si nascondono nei vicoli bui e indossano abiti scuri.)
Inoltre non avevano previsto il comportamento né degli iracheni né degli afgani, nonostante gli enormi archivi di testimonianze storiche, ( a meno che non crediate che gli Stati Uniti avessero previsto i disastri che li attendevano e abbiano deciso di invadere comunque.) E così via.
Quelli sono i geni che scelgono i bersagli. Non so se mi spiego.
Si leggono un mucchio di frasi fatte, slogan, riguardo agli «interventi chirurgici» e le «armi di precisione»; ma fate bene attenzione: l'Intelligence afferma che un capo terrorista di potenza immane si trova in una casetta di un sobborgo edificato alla bell’e meglio. Arriva l'Aeronautica e compie un intervento chirurgico con una bomba da 500 libbre che spiana un isolato. Alla faccia della chirurgia. Magari si trattava anche dell'isolato giusto, è anche possibile; però 75 persone ci rimettono la pelle. I parenti maschi dei morti si uniscono all'insurrezione. Evviva il potere aereo. Quelli dell'Aeronautica non si possono permettere di capirlo: altrimenti dovrebbero andarsi a cercare un lavoro onesto.



Perché l’Aeronautica continua a perseguire tattiche contro-producenti, con aerei totalmente inadatti? Perché sono gli unici aerei che ha. Ma perché? Perché quegli arnesi che sfrecciano rombando, veloci, urlanti, ruggenti e sgargianti, con tanti schermi e pulsantini, sono una vera goduria.
Mai, non sottovalutate mai la goduria, come se non fosse una delle motivazioni delle politiche militari. Un bell’aereo da caccia non è altro che il più fico, costoso e sibilante videogioco; è una motocicletta da cross volante con i controfiocchi. Dico sul serio. Voi potreste anche pensare che io stia solo cercando di fare il furbetto sdegnoso. Pensatelo pure. (Va bene, è vero che sto cercando di fare il furbetto sdegnoso; ciò non toglie che quello che sto dicendo sia vero).



Pensate che io abbia passato trent’anni della mia vita a scrivere di argomenti militari solo perché morivo dalla voglia di macellare un po’ di straniti analfabeti del Terzo Mondo, intenti a pascolare le loro capre? No, è stata una vera goduria. Evoluzioni a bassa quota in un F-16 dalla Base Aerea di Shaw; combattimenti simulati aria-aria contro gli A-7 della Guardia Nazionale, in un F-15, sopra Holloman; voli radenti di bombardamento  in un B-52, a 140 metri di altezza sopra i calanchi del Wyoming, la soglia dell’Inferno. Dio, che esperienza strabiliante! Molto meglio che diventare adulto. Il casco e la maschera fica. Virate a 5 g con la faccia che ti si ripiega dietro le orecchie, il mondo che si mette sottosopra e i post-bruciatori che si inseriscono...Hoo-ha!
Non per niente la chiamano joy stick.
Eppure i piloti di jet li pagano pure. Che il tutto abbia o no una qualche funzione pratica non ha nessuna importanza. Non con delle cavalcature del genere. Se pensate che queste cose non abbiano importanza, non avete capito niente.


Boccioni  Carica di Cavalleria  1915

Però i tempi gloriosi stanno per concludersi. Un pilota da caccia ora è nella posizione di un ufficiale di cavalleria nel 1914; innamorato del suo nobile destriero ma, nell’era della mitragliatrice, degli aggrovigliamenti nel filo spinato e dell’artiglieria concentrata, è inutile come un regolo calcolatore nell’era del computer. E la ragione sono gli aerei armati senza pilota, come il Predator. Questi aggeggi possiedono il raggio d’azione, i data-link, l’optronica, eccetera, per trasportare potenti missili, colpire i bersagli sbagliati e far incacchiare intere popolazioni esattamente come fanno i cavalli, ehm, gli aerei da caccia, volevo dire.
Un velivolo senza pilota è molto meno costoso di una di quelle meraviglie pilotate; e lo può guidare anche un esangue mezza sega della CIA che non conta niente, dal Colorado o da un qualunque altro posto. Gli effetti sono altrettanto insensati, ma non ci si diverte. Chiamatelo anti-cavalleresco. Morte per mano di un coglioncello senz’anima.



Nell’arco di un secolo, siamo passati dal Barone Von Richtofen, (il Barone Rosso), a un dinosauro che osserva un sottile strato di ghiaccio che si sta formando sulla sua palude e pensa: “Questo non promette bene.”
Visto? Adesso sapete cos’è il Potere Aereo.
   
  
     
       

 
 

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