KAKKU
Gli alianti da trasporto giapponesi della seconda guerra mondiale
Di James E. Mazrek
Il Ki-23 era un aliante monoposto, gli altri erano velivoli biposto. Il Fukada si dimostrò eccellente, e fu messo in produzione nella sua versione civile, denominata Hikara-6-I.
Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, in Giappone cominciarono a filtrare notizie sulla tattica con la quale gli alianti erano stati impiegati dai tedeschi nella loro invasione dell’Occidente. Sulla base di queste informazioni e della sua esperienza con i libratori della serie Ki, l’Esercito Imperiale lanciò un programma per dotarsi di alianti da trasporto.
I lavori sul primo libratore iniziarono nel giugno del 1940, un mese dopo l’assalto tedesco per mezzo di alianti alla Fortezza Eben Emael belga.
L’esercito designò la propria serie di alianti Ku, dalla parola Kakku, cioè librarsi.
L’esercito designò la propria serie di alianti Ku, dalla parola Kakku, cioè librarsi.
Anche la Marina Imperiale, con un'iniziativa parallela, diede il via a un proprio programma di sviluppo di alianti da trasporto.
Ku-1
Il primo aliante giapponese realizzato fu il Ku-1. Il Professor Hiroshi Sato della scuola di ingegneria dell’Università Imperiale di Kyushu progettò l’aliante e la Compagnia Aeroplani Maeda lo costruì.
Nella sua prima versione si trattava di un aliante ad ala alta, con doppia trave di coda, bideriva, e con un'apertura alare di più di m 16,7 (55 piedi). La Maeda lo completò nell’estate del 1941 e lo collaudò all’aeroporto militare di Tachiarai a Kyushu il 1 settembre del 1941.Dati tecnici
Ku-1
Tipo: aliante da trasporto
Equipaggio: pilota e copilota
Dimensioni
Apertura alare: m 16,7
Superficie alare: m² 30,1
Allungamento alare: 9,7
Lunghezza: m 9,75
Pesi
Peso massimo al decollo: kg 1300
Peso a vuoto: kg 700
Carico utile: Kg 600 (8 soldati completamente equipaggiati)
Prestazioni
Velocità massima al traino: nodi 69
Velocità massima: nodi 95
Rimorchiatori usuali: Mitsubishi Ki-30 o Ki-51
Maeda Ku-1-I. Primo aliante militare giapponese |
L’Esercitò Imperiale lo accettò poco tempo dopo, e fu messo in produzione come aliante da trasporto Ku-1, Tipo 2. Trasportava dai sei agli otto soldati equipaggiati, più il pilota.
Al Ku-1 seguì il Ku-2, il quale aveva un muso vetrato e una fusoliera più lunga e convenzionale (monotrave, per così dire). Il Ku-2, però, non entrò in produzione.
Lo sviluppo finale della serie fu il Ku-3, un modello la cui fusoliera aveva la forma di un profilo alare. L’ala era rastremata e dotata di diruttori. Poteva accomodare fino ad otto uomini, in assenza di altro carico. Anche il Ku-3 non entrò mai in produzione di serie.
Quando altri alianti più grandi entrarono in produzione, i Ku-1 furono destinati all’addestramento. Ne furono prodotti in totale circa 100.
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Ku-6
Dopo la serie dei Ku-1, la Maeda Aircraft Corporation produsse il Ku-6, uno dei velivoli concettualmente più interessanti che siano stati ideati da tutti i contendenti durante la seconda guerra mondiale. A farne la progettazione per la Maeda fu l’Istituto Aeronautico dell’Università Imperiale di Tokyo, che lo progettò secondo i requisiti emessi dal Comando Trasporto Truppe dell’Esercito Imperiale.L’Esercito abbisognava di un mezzo di trasporto veloce per spostare i carri armati sulle lunghe distanze fra le isole principali del Giappone, per poter contrastare un’invasione via mare; e concepì l’idea che ciò potesse essere fatto equipaggiando un carro armato con le ali, gli impennaggi e un carrello per il decollo. Una volta atterrato, tutto l’equipaggiamento necessario per far volare il mezzo blindato poteva essere staccato velocemente per permettere al carro di entrare in azione. Questa idea non era dissimile da ciò che aveva ordinato il generale americano “Hap” Arnold, comandante dell’aviazione statunitense.
Carro armato giapponese Tipo 95 |
Verso la fine del 1939, il dipartimento di esame preliminare dell’aviazione dell’esercito giapponese diede inizio al Progetto Carro-armato Speciale n.3, che prese il nome in codice di Sora-sha (veicolo aereo), che poi divenne Kuro-sha (veicolo nero).
L’Istituto Aeronautico dell’Università Imperiale di Tokyo progettò il carro volante, mentre la Maedo Koken Kogyo (Industria Ricerche Aeree Maeda) costruì l’ala e gli impennaggi e la Mitsubishi costruì lo speciale carro e le componenti strutturali principali della fusoliera. Lo Sora-sha divenne il Ku-6, il suo numero nella serie di alianti.
Il peso totale di progetto del Ku-6 avrebbe dovuto essere di circa kg 3500, dei quali kg 2800 erano da attribuirsi al peso del solo carro leggero. Maeda completò il prototipo nel gennaio del 1945.
Dati tecnici
Il peso totale di progetto del Ku-6 avrebbe dovuto essere di circa kg 3500, dei quali kg 2800 erano da attribuirsi al peso del solo carro leggero. Maeda completò il prototipo nel gennaio del 1945.
Dati tecnici
Tipo: Ku-6 (carro armato dotato di velatura)
Apertura alare: m 21,9
Superficie alare: m² 60,2
Pesi
Peso massimo al decollo previsto: kg 3500
Pesi
Peso massimo al decollo previsto: kg 3500
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Ku-7
Il Ku-7, nome in codice americano Buzzard, ma più conosciuto come Manazuru (Gru Volante) fu l’aliante da trasporto di grandi dimensioni più degno di nota dell’esercito giapponese. Soddisfaceva pienamente i requisiti di mobilità strategica e potere d’intervento delle unità dell’esercito, rendendo possibile lo spostamento veloce di mezzi corazzati e di un gran numero di truppe.
Benché le motivazioni della dottrina d’impiego per iniziare la progettazione e la costruzione di questo grande aliante fossero fondate, il Ku-7 non entrò mai in produzione su grande scala, e non vi sono rapporti che sia mai stato impiegato in nessuna operazione bellica.
Ku-7 Manazuru |
La filiale di Kyoto della Kokusai Aircraft Company costruì l’aliante e il Laboratorio Ricerche Aeronautiche dell’Università di Tokyo fornì assistenza per la progettazione dell’ala. L’ala era rastremata in pianta e profilo ed era aerodinamicamente molto efficiente. Il suo progetto era basato sulla serie B dei profili alari giapponesi, secondo lo schema dell’aereo a lungo raggio da record Tachikawa Ki-77.
L’aliante aveva due travi di coda, con doppie derive collegate dal complesso stabilizzatore/equilibratore. In apparenza, somigliava molto all’aliante Gotha Go. 242 tedesco. Era dotato di un carrello triciclo anteriore che consisteva di un ruota frontale e due ruote principali in tandem su ogni fiancata della fusoliera.
Avendo intrapreso la progettazione nel tardo 1942, l’aliante fu collaudato nell’agosto del 1944. I rimorchiatori standard per questo grande aliante avrebbero dovuto essere il Nakajima Ki-49-II o il Mitsubishi Ki-67-I. Il caricamento avveniva fra le due travi di coda dal retro del vano di carico, la cui parte posteriore si apriva come un portellone rotante.
Furono costruiti solo nove Ku-7 Manazuru, e i collaudi non erano stati neanche completati quando la guerra finì. Però, i libratori fecero così ben sperare che fu deciso di produrne una versione motorizzata. L’aereo che ne derivò divenne noto come Ki-105 Ohtori. Furono costruiti quaranta Ki-105.
Equipaggio: pilota e copilota
Dimensioni
Apertura alare: m 34,7
Superficie alare: m² 119,6
Allungamento alare: 10,8
Lunghezza totale: m 19,5
Vano di carico
Lunghezza: m 5,18
Larghezza: m 3
Altezza: m 2,1
Pesi:
Peso massimo al decollo: kg 12000
Carico utile: kg 7463
Carico tipico:
Carro armato leggero da kg 7200
32 soldati completamente equipaggiati o
un cannone da mm 75 e trattore da kg 3600
Prestazioni:
Velocità massima al traino: Nodi 108
Velocità massima: Nodi 191
Rimorchiatori usuali: Nakajima Ki-49-II o Mitsubishi Ki-67-I
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Ku-8
Nel dicembre del 1941, un aereo da trasporto Ki-59 (Theresa, per gli americani) fu trasformato in aliante, (analogamente a quanto si fece col Douglas C-47). Le modifiche non furono molto estese. Consistettero principalmente nella rimozione dei due motori, nella conversione del carrello d’atterraggio in un tipo che potesse essere sganciato dopo il decollo e nell’aggiunta di pattini d’atterraggio sotto la fusoliera.
Theresa |
Il nuovo velivolo divenne l’aliante sperimentale Ku-8-I. Era in grado di trasportare diciotto soldati equipaggiati. Successivamente, questo modello fu modificato drasticamente e si effettuò una riprogettazione quasi totale dell’originale. La forma dell’ala fu modificata così come la fusoliera.
Nell’aprile del 1943, questa nuova versione entrò finalmente in produzione di serie come l’aliante da trasporto di grandi dimensioni Ku-8-II o Gander (per gli americani). Venne costruito negli stabilimenti Hiratsuka della compagnia aeronautica Kokusai Koku, e fu accettato dalle forze armate dopo un volo andata e ritorno fra Fussa ed Okinawa in agosto.
L’ala aveva un’apertura di m 23 circa (76 piedi) ed era costruita su due longheroni principali. A prua del longherone frontale l’ala era rivestita di compensato e il resto era coperto in tela.
Una delle caratteristiche meno convenzionali di questo aliante era che i diruttori erano separati dall’ala. Questi freni aerodinamici, lunghi m 1,2 (4 piedi) erano posizionati a trenta centimetri circa sopra le ali, lungo il bordo d’uscita alare (analogamente a come sono distanziati gli ipersostentatori tipo Junkers, ndt). Per ridurre la portanza, e rendere più ripido l’angolo di planata, i riduttori potevano essere ruotati fino a 90⁰ verso l’alto.
La fusoliera era di tubi d’acciaio saldati e il muso era vetrato, per dare al pilota una visuale libera del cavo e del rimorchiatore.
Il velivolo era dotato di doppi comandi, con una sistemazione quasi unica, nella quale il pilota disponeva di un volantino e il copilota di una barra. La lunghezza del Ku-8-II era di m 13,7. Era dotato di ruote di decollo e d’atterraggio che potevano essere sganciate, il che consentiva all’aliante di atterrare su pattini.
Nella struttura del pavimento del vano di carico erano posti dei punti d’ancoraggio: i veicoli o altri carichi potevano essere assicurati a questi attacchi durante il trasporto. Il muso del velivolo era apribile lateralmente a mo’ di portello, per facilitare il carico.
Il velivolo era dotato di doppi comandi, con una sistemazione quasi unica, nella quale il pilota disponeva di un volantino e il copilota di una barra. La lunghezza del Ku-8-II era di m 13,7. Era dotato di ruote di decollo e d’atterraggio che potevano essere sganciate, il che consentiva all’aliante di atterrare su pattini.
Nella struttura del pavimento del vano di carico erano posti dei punti d’ancoraggio: i veicoli o altri carichi potevano essere assicurati a questi attacchi durante il trasporto. Il muso del velivolo era apribile lateralmente a mo’ di portello, per facilitare il carico.
Il Ku-8-II era trainato da un Mitsubishi Ki-21 (Sally).
Durante i collaudi, le ali iniziavano a vibrare (flutter) sopra le 225 miglia orarie (195 nodi. La velocità sembra comunque eccessiva, ndt); e i piloti erano dell’opinione che fosse un velivolo sgraziato e difficile da pilotare. Ciònondimeno, un rapporto attendibile indica che circa 700 KU-8 furono costruiti per l’esercito nipponico.
Un certo numero di questi libratori fu trovato dalle forze statunitensi al Nichols Field, sull’isola di Luzon, vicino a Manila nelle Filippine, dopo la resa giapponese.
Dati tecnici
Dati tecnici
Tipo: aliante da trasporto Ku-8-II
Equipaggio: pilota e copilota
Dimensioni
Apertura alare: m 23,1
Superficie alare: m² 50,5
Lunghezza totale: m 13,7
Vano di carico
Lunghezza: m 3
Larghezza: m 1,92
Altezza: m 1,7
Pesi
Peso massimo al decollo: kg 3492
Carico utile: kg 1791
Carico tipico:
18 soldati completamente equipaggiati.
Carico misto o un pezzo di artiglieria da montagna
Prestazioni:
Velocità al traino: nodi 104
Velocità massima: nodi 130
Rimorchiatori usuali:
Mitsubishi Ki-21, Ki-57-II, Ki-67-I
Un Kokusai Ku-8-II apparentemente abbandonato su un campo |
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KU-11
Vi sono pochissime informazioni disponibili riguardo al Ku-11. La Fabbrica di Aerei Leggeri Nihon lo produsse come velivolo sperimentale, e divenne noto come Aliante da Trasporto Sperimentale dell’Esercito Nihon Kogata Ku-11.Il progettista fu il signor Miyahara.
Nihon Kogata Ku-11 |
Si trattava di un libratore da trasporto ad ala alta concepito per sbarcare truppe su posizioni strategiche al fine di contrastare invasioni nemiche. Era in grado di trasportare dodici soldati completamente equipaggiati.
Secondo i piani, il KU-11 avrebbe dovuto essere costruito in piccole officine subappaltatrici. Ma non entrò mai in produzione perché l’esercito nipponico aveva le idee poco chiare riguardo al suo impiego e ne interruppe ogni ulteriore sviluppo.
Dati Tecnici
Ku-11
Dimensioni:
Apertura alare: m 18,2
Superficie alare: m² 44,1
Superficie alare: m² 44,1
Pesi:
Peso massimo al decollo: kg 2450
Carico utile: kg 1180
Carico utile: kg 1180
MXY5, MXY5a
Nel mese d’agosto del 1941, anche la Marina Imperiale ordinò al suo Dipartimento di Aeronautica Sperimentale di produrre un aliante da traino per le forze aviotrasportate. Le specifiche richiedevano che esso potesse trasportare, oltre a un pilota e a un copilota, undici marines; che fosse rimorchiabile da un Mitsubishi G3M o da un G4M; e che potesse decollare al traino nello spazio massimo di m 820 (2700 piedi). Un altro requisito era che uno dei rimorchiatori doveva essere in grado di trainare due libratori.
La Compagnia Aeronautica Giapponese realizzò lo MXY, con il progettista capo Yamamoto,un ingegnere civile. Il nuovo aliante integrava le idee più progredite della progettazione aeronautica, e impiegava le ultime tecniche di metallurgia e costruzione. (L'autore lo identifica anche come Kugisho Mxy5 e MXY5a, ma nella descrizione non spiega da dove provengano quelle designazioni. NDT).
La Compagnia Aeronautica Giapponese realizzò lo MXY, con il progettista capo Yamamoto,un ingegnere civile. Il nuovo aliante integrava le idee più progredite della progettazione aeronautica, e impiegava le ultime tecniche di metallurgia e costruzione. (L'autore lo identifica anche come Kugisho Mxy5 e MXY5a, ma nella descrizione non spiega da dove provengano quelle designazioni. NDT).
Il risultato fu un ottimo velivolo. L’ala era alta e a sbalzo, rastremata in pianta e profilo e ampia m 18,10. Il longherone principale era in duralluminio, e l’ala era dotata di ipersostentatori e diruttori. Le centine erano lignee, e l’intera ala era rivestita di compensato, e tela sopra di esso.
La fusoliera aveva una struttura a traliccio di tubi saldati, e anch’essa era rivestita di compensato e tela.
Vi erano doppi comandi, ruote sganciabili ed un unico pattino d’atterraggio che iniziava a prua ed arrivava fino al punto mediano sotto la fusoliera. Le ruote erano anche retrattili ed erano retratte quando il velivolo era impiegato per l’addestramento. Ma potevano essere sganciate dopo il decollo, quando l’aliante era in missione operativa.
Lo MXY fu collaudato nel 1942 alla base aerea Kasumiga-Ura, un centro d’addestramento a nord-est di Tokyo, e superò tutti i test con successo. Fra il 1942 ed il luglio del 1945, la Marina Imperiale aveva fatto costruire nove MXY e tre MXY5a. Ma l’aliante non fu mai impiegato in operazioni belliche.
Equipaggio: pilota e copilota
Dimensioni:
Apertura alare: m 18,10
Superficie alare: m² 44,12
Lunghezza: m 13,10
Pesi:
Peso massimo al decollo: kg 2694
Carico utile: kg 1016
Carico tipico:
11 soldati equipaggiati o kg 1016 di equipaggiamento.
L'autore di questo articolo, il colonnello James E. Mazrek si diplomò all'Accademia Militare degli Stati Uniti nel 1938. Due anni dopo fu assegnato all'88esimo Reggimento Sperimentale Aviotrasportato dell'Esercito. Insieme ad altri pionieri americani delle tattiche di aviosbarco contribuì a sviluppare le dottrine di impiego delle truppe aerotrasportate e comandò le unità di addestramento che insegnarono i fondamenti tecnici dell'assalto dall'aria, a apprese le arti della "fanteria aliantista".
Durante la fase finale della guerra, fu comandante di battaglione della 13esima Divisione Aerotrasportata e, prima della fine del conflitto, comandò il 325esimo Reggimento di Fanteria Aliantista della 82esima Divisione Aerotrasportata.
Se siete interessati alla storia dell'impiego militare dei libratori da trasporto, ho tradotto vari capitoli del libro di James E. Mazrek Fighting Gliders of World War II, e le traduzioni sono tutte su questo blog:
Buona lettura.
Ogni vostro commento sarà, come sempre, molto gradito.
Grazie,
Leonardo Pavese
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